Recent studies on political practices and languages in the Middle Ages have highlighted how violence did not play a residual role nor did it represent an antiquated or outdated practice. When considered in the specific context of production, discourses based on and around violence have thus regained their original meaning and become a fundamental heuristic tool for understanding the dynamics of competition and the construction of political spaces. The aim of this contribution is to highlight and publish an interesting dossier of reports produced by the citizens of Udine in 1350 against the members of the castellan faction that had just assasinated the patriarch Betrand of Saint-Geniès. Reports mainly refer to acts of violence and abuse perpetrated by the castellans against the workers and rural employees of the udinese landowners and aristocrats. As I will try to demonstrate, the strategy of the castellan faction seems to have been to reorganise and redefine local territorial spaces through the use of threats and violence in which the peasants of the udinese citizens (and their bodies) were both the target and 'medium' of the language of violence

Gli studi recenti sulle pratiche e i linguaggi politici della società medievale hanno messo in evidenza come la violenza non occupasse un ruolo residuale e non rappresentasse una pratica antiquata o attardata. Se considerati nello specifico contesto di produzione i discorsi basati sulla e attorno alla violenza hanno quindi riacquisito il loro significato e sono diventati uno strumento euristico fondamentale per comprendere le dinamiche di competizione e costruzione degli spazi politici. Con questo contributo si vuole valorizzare e pubblicare un interessante fascicolo di denunce esposte dagli udinesi nel 1350 contro i membri della fronda castellana che aveva appena assassinato il patriarca Betrando di Saint-Geniès. A venire denunciati furono soprattutto atti di violenza e sopruso compiuti dai castellani ai danni dei lavoratori e dipendenti rurali dei proprietari e aristocratici udinesi. Come si cercherà di dimostrare, la strategia della fronda castellana sembra sia stata quella di riorganizzare e ridefinire gli spazi territoriali locali attraverso l'utilizzo di minacce e violenze in cui i contadini degli udinesi (e i loro corpi) erano a un tempo bersaglio e 'mezzo di comunicazione' dei linguaggi della violenza.

(2024). Cartografie della violenza: violenza e corpi nella competizione per il territorio (il registro delle tolecte degli udinesi del 1350, BCUd, FP, ms. 892/III) [journal article - articolo]. In I QUADERNI DEL M.AE.S.. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/313745

Cartografie della violenza: violenza e corpi nella competizione per il territorio (il registro delle tolecte degli udinesi del 1350, BCUd, FP, ms. 892/III)

Vidal, Tommaso
2024-01-01

Abstract

Recent studies on political practices and languages in the Middle Ages have highlighted how violence did not play a residual role nor did it represent an antiquated or outdated practice. When considered in the specific context of production, discourses based on and around violence have thus regained their original meaning and become a fundamental heuristic tool for understanding the dynamics of competition and the construction of political spaces. The aim of this contribution is to highlight and publish an interesting dossier of reports produced by the citizens of Udine in 1350 against the members of the castellan faction that had just assasinated the patriarch Betrand of Saint-Geniès. Reports mainly refer to acts of violence and abuse perpetrated by the castellans against the workers and rural employees of the udinese landowners and aristocrats. As I will try to demonstrate, the strategy of the castellan faction seems to have been to reorganise and redefine local territorial spaces through the use of threats and violence in which the peasants of the udinese citizens (and their bodies) were both the target and 'medium' of the language of violence
articolo
2024
Gli studi recenti sulle pratiche e i linguaggi politici della società medievale hanno messo in evidenza come la violenza non occupasse un ruolo residuale e non rappresentasse una pratica antiquata o attardata. Se considerati nello specifico contesto di produzione i discorsi basati sulla e attorno alla violenza hanno quindi riacquisito il loro significato e sono diventati uno strumento euristico fondamentale per comprendere le dinamiche di competizione e costruzione degli spazi politici. Con questo contributo si vuole valorizzare e pubblicare un interessante fascicolo di denunce esposte dagli udinesi nel 1350 contro i membri della fronda castellana che aveva appena assassinato il patriarca Betrando di Saint-Geniès. A venire denunciati furono soprattutto atti di violenza e sopruso compiuti dai castellani ai danni dei lavoratori e dipendenti rurali dei proprietari e aristocratici udinesi. Come si cercherà di dimostrare, la strategia della fronda castellana sembra sia stata quella di riorganizzare e ridefinire gli spazi territoriali locali attraverso l'utilizzo di minacce e violenze in cui i contadini degli udinesi (e i loro corpi) erano a un tempo bersaglio e 'mezzo di comunicazione' dei linguaggi della violenza.
Vidal, Tommaso
(2024). Cartografie della violenza: violenza e corpi nella competizione per il territorio (il registro delle tolecte degli udinesi del 1350, BCUd, FP, ms. 892/III) [journal article - articolo]. In I QUADERNI DEL M.AE.S.. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/313745
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