Nell’ambito dello storia dell’arte medievale una particolare attenzione è stata posta, in tempi recenti, sulla figura e il ruolo della committenza. L’arte prodotta su commissione di soggetti collettivi come comunità cittadine e confraternite solleva inoltre interessanti interrogativi attorno a ciò che gli studiosi anglosassoni definiscono corporate patronage. Lavori come quello di Alfred Gell sul concetto di agency hanno stimolato una riflessione sul significato sociale degli oggetti d’arte, al di là della loro valenza estetica o utilitaristica, anche per le città italiane del tardo medioevo. Il presente articolo tira le somme di queste recenti tendenze della storia dell’arte medievale, e dell’arte confraternale in particolare, applicandole al contesto udinese. L’edizione di un contratto di committenza per un’ancona è l’occasione, in questo caso, per sondare il tessuto di relazioni sociali e professionali che si dipanava dalle confraternite udinesi. Ne emerge un mondo ricco, in cui i contatti tra confraternite e centri di potere (comune, capitolo, patriarca) svolgono un ruolo chiave e in cui le relazioni personali dei confratelli e quelle collettive della confraternita tendono a sfumarsi e sovrapporsi.
(2017). Confraternite e committenza artistica a Udine: un documento inedito (Santa Caterina del Duomo, 1368) [journal article - articolo]. In ARTE IN FRIULI ARTE A TRIESTE. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/313909
Confraternite e committenza artistica a Udine: un documento inedito (Santa Caterina del Duomo, 1368)
VIDAL, TOMMASO
2017-01-01
Abstract
Nell’ambito dello storia dell’arte medievale una particolare attenzione è stata posta, in tempi recenti, sulla figura e il ruolo della committenza. L’arte prodotta su commissione di soggetti collettivi come comunità cittadine e confraternite solleva inoltre interessanti interrogativi attorno a ciò che gli studiosi anglosassoni definiscono corporate patronage. Lavori come quello di Alfred Gell sul concetto di agency hanno stimolato una riflessione sul significato sociale degli oggetti d’arte, al di là della loro valenza estetica o utilitaristica, anche per le città italiane del tardo medioevo. Il presente articolo tira le somme di queste recenti tendenze della storia dell’arte medievale, e dell’arte confraternale in particolare, applicandole al contesto udinese. L’edizione di un contratto di committenza per un’ancona è l’occasione, in questo caso, per sondare il tessuto di relazioni sociali e professionali che si dipanava dalle confraternite udinesi. Ne emerge un mondo ricco, in cui i contatti tra confraternite e centri di potere (comune, capitolo, patriarca) svolgono un ruolo chiave e in cui le relazioni personali dei confratelli e quelle collettive della confraternita tendono a sfumarsi e sovrapporsi.Pubblicazioni consigliate
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