Strutturata in nuclei tematico-prospettici – o in fasci di senso – si presenta qui una declinazione polisemica e contraddittoria della rigenerazione che guida i e che mette in frizione diversi saperi e ordini disciplinari, dall’analisi semiotica alla sociologia dei processi culturali, dalla narratologia alla critica del cinema all’analisi del linguaggio teatrale e televisivo, dalla teoria della moda alla linguistica funzionale. Avremo a che fare con una rigenerazione intesa, sul piano storico-sociale, come successione esperienziale che plasma le coorti in comunità di senso, ma anche come antagonismo e trasmissione, come scarto fra generazioni e immaginari di rinascita. Con una rigenerazione – in chiave semiotica, mediologica, narratologica e discorsiva, sul piano del rappresentato e della rappresentazione – quale articolazione di temporalità complessa, franta o moltiplicata. Quella che emerge ad esempio nella proliferazione di sequel, prequel, reboot, remake, citazioni, iterazioni, traduzioni, ritorni e revival, usi riusi e abusi fantasmatici di sorta. Quella che mobilita un tempo «postumo», che ridefinisce le coordinate di spazio e tempo nell’accelerazione del contemporaneo, e che esiste in forma di ripresa (video, audio). Rigenerazione, infine, sul piano latamente culturale e antropologico, come confronto fra la generazione retroflessa che ci ha consegnato il nostro tempo, e quella – tutta ancora da figurare – che, forse, spariglierà le carte e riuscirà a farlo proprio, questo tempo.
(2026). Riprese | Risignificazioni | Ritorni. Estetiche e pratiche della rigenerazione . Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/314789
Riprese | Risignificazioni | Ritorni. Estetiche e pratiche della rigenerazione
Cleto, Fabio;Consonni, Stefania
2026-01-01
Abstract
Strutturata in nuclei tematico-prospettici – o in fasci di senso – si presenta qui una declinazione polisemica e contraddittoria della rigenerazione che guida i e che mette in frizione diversi saperi e ordini disciplinari, dall’analisi semiotica alla sociologia dei processi culturali, dalla narratologia alla critica del cinema all’analisi del linguaggio teatrale e televisivo, dalla teoria della moda alla linguistica funzionale. Avremo a che fare con una rigenerazione intesa, sul piano storico-sociale, come successione esperienziale che plasma le coorti in comunità di senso, ma anche come antagonismo e trasmissione, come scarto fra generazioni e immaginari di rinascita. Con una rigenerazione – in chiave semiotica, mediologica, narratologica e discorsiva, sul piano del rappresentato e della rappresentazione – quale articolazione di temporalità complessa, franta o moltiplicata. Quella che emerge ad esempio nella proliferazione di sequel, prequel, reboot, remake, citazioni, iterazioni, traduzioni, ritorni e revival, usi riusi e abusi fantasmatici di sorta. Quella che mobilita un tempo «postumo», che ridefinisce le coordinate di spazio e tempo nell’accelerazione del contemporaneo, e che esiste in forma di ripresa (video, audio). Rigenerazione, infine, sul piano latamente culturale e antropologico, come confronto fra la generazione retroflessa che ci ha consegnato il nostro tempo, e quella – tutta ancora da figurare – che, forse, spariglierà le carte e riuscirà a farlo proprio, questo tempo.| File | Dimensione del file | Formato | |
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