Der «Almanach aus Rom» (1810-1811) von Friedrich Sickler und Christian Reinhart: Ein kurzlebiges Projekt

The Almanach aus Rom, edited by antiquarian Friedrich Carl Ludwig Sickler (1773–1836) and painter Johann Christian Reinhart (1761-1847), published in only two volumes between 1810 and 1811, probably owes its short life to the extremely heterogeneous nature of the essays it contains and to the fact that Sickler was the sole author of the texts. At first glance, the reference to the artistic life and archaeological treasures of Rome would seem to be the main element of cohesion between the various contributions. However, other aspects take on importance when read with the awareness that, vital to the interpretation of the magazine, are both the relations between German and Italian culture and those between a Protestant minority and the central influence of Catholicism in the city. The indignation at the Napoleonic plundering perpetrated in Italy from 1797 onwards is also clearly perceptible. The Almanach contains, among other things a) signs of the transition from classicist to romantic taste; b) profiles of illustrious artists active in Rome in the past (Raphael and Michelangelo) and in more recent times (Angelika Kaufmann); c) some reflections on the results of excavations of the period. This essay focuses not only on the contents of the almanac, but also on its structure and the comments made about it by reviewers in other German magazines.

L’Almanach aus Rom curato dall’antichista Friedrich Carl Ludwig Sickler (1773-1836) e dal pittore Johann Christian Reinhart (1761-1847), pubblicato in soli due volumi tra il 1810 e il 1811, deve probabilmente la propria breve durata al carattere estremamente eterogeneo dei saggi ivi contenuti e al fatto che l’unico estensore dei testi è stato Sickler. Il riferimento alla vita artistica e ai tesori archeologici di Roma parrebbe, a prima vista, il sostanziale elemento di coesione tra i vari contributi. Altri aspetti, tuttavia, vi assumono rilievo, se letti con la consapevolezza che, vitali per l’interpretazione della rivista, sono tanto i rapporti tra la cultura tedesca e quella italiana, quanto quelli tra una minoranza protestante e la centralissima influenza del Cattolicesimo nell’Urbe. Chiaramente percepibile è anche lo sdegno per le spoliazioni napoleoniche perpetrate in Italia a partire dal 1797. Nell’Almanach si trovano tra l’altro a) i sintomi del transito dal gusto classicista a quello romantico; b) i profili di illustri artisti attivi a Roma nel passato (Raffaello e Michelangelo) e in un periodo più recente (Angelika Kaufmann); c) alcune riflessioni sui risultati offerti dagli scavi del periodo. Questo saggio non si sofferma unicamente sui contenuti dell’almanacco, ma anche sulla sua struttura e sui commenti che gli sono stati dedicati dai recensori di altre riviste tedesche.