Numerosi aneddoti sono stati illustrati nella stampa popolare. La bibliografia relativa all’origine dei soggetti rappresentati è già ricca di studi, ma un confronto tra i lubok, la loro fonte letteraria, e le origini dell’immagine e del soggetto, continua a proporre nuovi spunti di riflessione per ricostruire quelle intersezioni culturali che emergono in questo “foglio volante”. Oggetto della nostra indagine sono gli aneddoti che trovano una rappresentazione nel lubok (spesso rielaborano e ripropongono rifacimenti di stampe sei, settecentesche) e il legame tra la fonte “letteraria” non russa di questi ‘fogli volanti’, la sua russificazione e rappresentazione iconografica. La cultura sette-ottocentesca in Russia aveva elaborato un meccanismo in base al quale il “testo”, oggetto dell’attenzione, veniva messo in relazione con il contesto e tutti gli stereotipi, posti alla base dello sfondo culturale nazionale. Tra le numerose raccolte di aneddoti e i personaggi amati dal pubblico ne ricordiamo alcuni che hanno un’origine occidentale ed ebbero una russificazione e una trasformazione profonda: Arlecchino – Xerlikin – Gaer, Till Eulenspiegel – Sowizrał - Sovest’ Dral, Esopo, Bertoldo. Personaggi frutto della fantasia e della tradizione occidentale, il cui carattere è connotato da arguzia, il cui ruolo è improntato al rapporto tra servo e padrone. In Russia giungono dall’Occidente numerosi soggetti che, come è noto, vengono russificati per essere compresi ed avere successo. Nel contributo l’autore intende risalire alla struttura originale e alla cultura dalla quale i soggetti provengono, per evidenziarne gli adattamenti, ma anche il percorso che questi “testi” compiono dal Cinquecento alla fine Ottocento. Due sono i percorsi dominanti: uno dall’Occidente attraverso la Polonia (e le terre rutene, ora Ucraina e Bielorussia) che, come paese slavo occidentale, si pone di fatto come cultura mediatrice e facilitatrice nei rapporti culturali con la Russia; l’altro percorso dall’Occidente in Russia è più diretto e tardo: appartiene alla prima occidentalizzazione secentesca e alla seconda Settecentesca, post petrina. Ma i due filoni si intrecciano mirabilmente.
(2015). Das Anekdotische im Lubok: interkulturelle Beziehungen [conference presentation - intervento a convegno]. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/37434
Das Anekdotische im Lubok: interkulturelle Beziehungen
PESENTI, Maria Chiara
2015-05-01
Abstract
Numerosi aneddoti sono stati illustrati nella stampa popolare. La bibliografia relativa all’origine dei soggetti rappresentati è già ricca di studi, ma un confronto tra i lubok, la loro fonte letteraria, e le origini dell’immagine e del soggetto, continua a proporre nuovi spunti di riflessione per ricostruire quelle intersezioni culturali che emergono in questo “foglio volante”. Oggetto della nostra indagine sono gli aneddoti che trovano una rappresentazione nel lubok (spesso rielaborano e ripropongono rifacimenti di stampe sei, settecentesche) e il legame tra la fonte “letteraria” non russa di questi ‘fogli volanti’, la sua russificazione e rappresentazione iconografica. La cultura sette-ottocentesca in Russia aveva elaborato un meccanismo in base al quale il “testo”, oggetto dell’attenzione, veniva messo in relazione con il contesto e tutti gli stereotipi, posti alla base dello sfondo culturale nazionale. Tra le numerose raccolte di aneddoti e i personaggi amati dal pubblico ne ricordiamo alcuni che hanno un’origine occidentale ed ebbero una russificazione e una trasformazione profonda: Arlecchino – Xerlikin – Gaer, Till Eulenspiegel – Sowizrał - Sovest’ Dral, Esopo, Bertoldo. Personaggi frutto della fantasia e della tradizione occidentale, il cui carattere è connotato da arguzia, il cui ruolo è improntato al rapporto tra servo e padrone. In Russia giungono dall’Occidente numerosi soggetti che, come è noto, vengono russificati per essere compresi ed avere successo. Nel contributo l’autore intende risalire alla struttura originale e alla cultura dalla quale i soggetti provengono, per evidenziarne gli adattamenti, ma anche il percorso che questi “testi” compiono dal Cinquecento alla fine Ottocento. Due sono i percorsi dominanti: uno dall’Occidente attraverso la Polonia (e le terre rutene, ora Ucraina e Bielorussia) che, come paese slavo occidentale, si pone di fatto come cultura mediatrice e facilitatrice nei rapporti culturali con la Russia; l’altro percorso dall’Occidente in Russia è più diretto e tardo: appartiene alla prima occidentalizzazione secentesca e alla seconda Settecentesca, post petrina. Ma i due filoni si intrecciano mirabilmente.File | Dimensione del file | Formato | |
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