Dagli inizi del Novecento ad oggi numerosi studi hanno evidenziato l’influenza dell’antičnost’ nell’immaginario dello scrittore pietroburghese, a cominciare dal celebre Dostoevskij. Tragedija–mif–mistika di Vjačeslav Ivanov , nel quale vengono esaminate, per la prima volta, le affinità tra romanzo dostoevskiano e tragedia greca. Da parte nostra, si è deciso di concentrare l’attenzione sulla storiografia classica, più precisamente sul filone annalistico. La Roma di Tacito offre, infatti, terreno fertile per riflessioni in chiave politica e religiosa sull’attualità. L’«affare Nečaev» del 1869 rappresenta lo spunto di cronaca adatto a costruire la trama di un romanzo ambientato nel microcosmo di una tipica cittadina di provincia, legata contemporaneamente a Pietroburgo, la capitale enigmatica, dove fermenta la gioventù radicale, e all’Europa, da sempre inevitabile termine di confronto. L’atmosfera è opprimente, l’isterismo dilagante, specialmente a partire dal momento in cui viene innescata una spirale di scandali che s’incrocia con quella degli omicidi; i personaggi (tendenzialmente i protagonisti) rivelano tratti fisici e comportamentali profondamente contraddittori, rispecchiando pienamente il caos della società di appartenenza. Le suddette caratteristiche dei personaggi di Dostoevskij, a nostro avviso, richiamano fortemente una peculiarità della storiografia latina che emerge particolarmente nelle opere di Sallustio, di cui Tacito, come molti altri autori coevi e successivi, subisce il fascino: il «ritratto paradossale» .
Dostoevskij e il mondo classico: il ritratto 'paradossale' di Stavrogin
VISINONI, Alessandra Elisa
2016-01-01
Abstract
Dagli inizi del Novecento ad oggi numerosi studi hanno evidenziato l’influenza dell’antičnost’ nell’immaginario dello scrittore pietroburghese, a cominciare dal celebre Dostoevskij. Tragedija–mif–mistika di Vjačeslav Ivanov , nel quale vengono esaminate, per la prima volta, le affinità tra romanzo dostoevskiano e tragedia greca. Da parte nostra, si è deciso di concentrare l’attenzione sulla storiografia classica, più precisamente sul filone annalistico. La Roma di Tacito offre, infatti, terreno fertile per riflessioni in chiave politica e religiosa sull’attualità. L’«affare Nečaev» del 1869 rappresenta lo spunto di cronaca adatto a costruire la trama di un romanzo ambientato nel microcosmo di una tipica cittadina di provincia, legata contemporaneamente a Pietroburgo, la capitale enigmatica, dove fermenta la gioventù radicale, e all’Europa, da sempre inevitabile termine di confronto. L’atmosfera è opprimente, l’isterismo dilagante, specialmente a partire dal momento in cui viene innescata una spirale di scandali che s’incrocia con quella degli omicidi; i personaggi (tendenzialmente i protagonisti) rivelano tratti fisici e comportamentali profondamente contraddittori, rispecchiando pienamente il caos della società di appartenenza. Le suddette caratteristiche dei personaggi di Dostoevskij, a nostro avviso, richiamano fortemente una peculiarità della storiografia latina che emerge particolarmente nelle opere di Sallustio, di cui Tacito, come molti altri autori coevi e successivi, subisce il fascino: il «ritratto paradossale» .File | Dimensione del file | Formato | |
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