"Belladonna alla finestra: appunti per una semiotica del varco"

Who really was Aphrodite? This paper attempts to investigate the mysterious origin of the goddess as the ancient plant of mandrake-nightshade. Her mythic archeobotanical origin is moreover intertwined with the symbolic figures and the imperceptible “signs” that the philosopher’s stone exhibits throughout history. Therefore “window” and “door” may be useful to arrange a deep symbolic system in which atchitectural, botanical and mythical elements contribute to point out the hermetical origin of the myth of the stone woman.

Chi era davvero Afrodite? Tracce archeologiche che si perdono nella notte dei tempi e trame mitologiche come quelle ovidiane ci parlano di un ideale di dea assai virile, molto vicino alla verde vitalità delle piante e in particolare alla mandragora-belladonna, capace tanto di sanare difficili ferite quanto di uccidere il suo incauto raccoglitore. L’antica visione dell’amore, cui pur sempre presiede la bella Afrodite, è infatti un intreccio ancora poco sondato di conoscenze legate al mondo magico della natura e alla sensitività della materia, che carica di segni misteriosi persino gli elementi architettonici. La donna è infatti una pianta, ma è anche una porta e una finestra, colei che custodisce le regole del varco verso un altro mondo, verso un ordine diverso di conoscenza e che, sotto la foggia poetica di donna dal cuore di pietra, giunge infine a esibire i medesimi “segni” della mitica pietra dei filosofi.