With the dawn of twenty-first century, the world has entered into an era of sustainable development. The main challenge for concrete industry is to serve the two major needs of human society, the protection of the environment, on one hand, and - on the other hand - meeting the infrastructural requirements of the world growing population as a consequence of increase in both industrialization and urbanization. In the past, concrete industry has satisfied these needs well. However, for a variety of reasons the situation has changed dramatically in the last years. First of all, the concrete industry is the largest consumer of natural resources. Secondly, portland cement, the binder of modern concrete mixtures, is not as environmentally friendly. The world's cement production, in fact, contributes to the earth's atmosphere about 7% of the total CO2 emissions, CO2 being one of the primary greenhouse gases responsible for global warming and climate change. As a consequence, concrete industry in the future has to face two antithetically needs. In other words how the concrete industry can feed the growing population needs being – at the same time - sustainable? Sustainability in construction industry can be achieved through three differents main routes based on reduction in consumption of gross energy for construction materials production, in polluting emissions and in not renewable natural resources.
Con la fine del secolo scorso e, soprattutto, con l'inizio del 21° secolo, il mondo ha acquisito la consapevolezza di essere entrato nell'era dello sviluppo sostenibile [1]. La sfida più importante che, in quest'ottica, si presenta per il settore delle costruzioni è quella di sostenere la crescita della popolazione, e la conseguente industrializzazione e urbanizzazione, attraverso la realizzazione di infrastrutture e abitazioni garantendo la protezione dell'ambiente, riducendo il consumo di energia e di risorse naturali e limitando fortemente l'emissione di inquinanti in atmosfera, nel suolo e nelle acque. L'industria delle costruzioni e, in particolare, quella dei materiali a base cementizia, ha soddisfatto ampiamente le esigenze legate al crescente sviluppo della popolazione a livello mondiale. Il calcestruzzo, nell'arco di un secolo è diventato il materiale da costruzione più diffuso al mondo ed è stato utilizzato, grazie alla sua versatilità, per la costruzione di grattacieli, di strade, ponti, dighe, porti e diffusamente nell'ambito dell'edilizia residenziale. Tuttavia, questo sviluppo, in passato, è stato reso possibile anche perché la sensibilità per un minore impatto ambientale nella produzione del cemento e del conglomerato cementizio sull'ambiente era relegato in secondo piano. Il settore dei materiali cementizi era tutto teso a sostenere esclusivamente la crescita senza porre particolare attenzione alle problematiche ambientali. Oggi, grazie alla mutata sensibilità a livello mondiale nei riguardi dell'inquinamento e nel depauperamento delle risorse naturali, la situazione può ritenersi drasticamente cambiata. L'industria del calcestruzzo, infatti, è considerata il più grande fagocitatore di risorse naturali. Inoltre, i cementi più largamente utilizzati contengono in misura preponderante il clinker di cemento Portland che non può considerarsi un materiale "environmentally friendly". La produzione mondiale di cemento, infatti, contribuisce per circa il 7% alle emissioni di CO2 ritenuta la principale responsabile del riscaldamento del pianeta e dei cambiamenti climatici registrati nel corso degli ultimi anni. Pertanto, l'industria delle costruzioni e, in particolare, quella dei materiali a base cementizia, si trova a dover affrontare nell'immediato futuro il problema di come conciliare due esigenze fortemente antitetiche, in altre parole come poter sostenere la crescita della popolazione, riducendo, allo stesso tempo, drasticamente l'impatto sull'ambiente. La limitazione dell'impatto ambientale nella produzione dei materiali da costruzione può essere conseguita fondamentalmente attraverso tre "strade" basate sulla riduzione del consumo di energia per la produzione degli ingredienti, delle emissioni di inquinanti e del consumo di risorse naturali non rinnovabili.
Per uno sviluppo sostenibile delle costruzioni. Dalla cultura del "non più di" a quella del "non meno di"
COPPOLA, Luigi;COFFETTI, Denny;LORENZI, Sergio
2015-01-01
Abstract
With the dawn of twenty-first century, the world has entered into an era of sustainable development. The main challenge for concrete industry is to serve the two major needs of human society, the protection of the environment, on one hand, and - on the other hand - meeting the infrastructural requirements of the world growing population as a consequence of increase in both industrialization and urbanization. In the past, concrete industry has satisfied these needs well. However, for a variety of reasons the situation has changed dramatically in the last years. First of all, the concrete industry is the largest consumer of natural resources. Secondly, portland cement, the binder of modern concrete mixtures, is not as environmentally friendly. The world's cement production, in fact, contributes to the earth's atmosphere about 7% of the total CO2 emissions, CO2 being one of the primary greenhouse gases responsible for global warming and climate change. As a consequence, concrete industry in the future has to face two antithetically needs. In other words how the concrete industry can feed the growing population needs being – at the same time - sustainable? Sustainability in construction industry can be achieved through three differents main routes based on reduction in consumption of gross energy for construction materials production, in polluting emissions and in not renewable natural resources.File | Dimensione del file | Formato | |
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