Nel saggio, al fine di offrire nateriali per un possibile confronto tra la situazione secentesca e quella ottocentesca, sino al Romanzo storico di Manzoni, si fa il punto su questioni rilevanti come la diffusione delle opere di Jean-Pierre Camus in Italia, attraverso traduzioni corredate di prefazioni di notevole interesse teorico, importanti per le poetiche del romanzo 'sacro' italiano inaugurato da Manzini. Vi si ricostruisce inoltre la discussione teorica sui rapporti tra romanzo e storia (classica, mitologica ma in particolare biblica) fra i letterati della accademia veneziana degli Incogniti, con interventi, fra gli altri, di Ferrante Pallavicino, di Giovan Francesco Loredan, di Luigi Manzini, Tomaso Tomasi. Anche per i letterati e i romanzieri fu importante la ricezione del trattato Dell'arte istorica: "negli anni intorno al 1636, e giù giù sino almeno agli anni '40 inoltrati, e cioè nel periodo che vide la più numerosa fioritura di "storie meditate", le prefazioni si affollano di riferimenti alle righe di Mascardi, senza che egli sia mai apertamente nominato". "La precisa scelta di privilegiare testi meno o per nulla noti" spinge la studiosa all'analisi di prefazioni sconosciute, ancorchè assai significative, ove "il misto di storia e d'invenzione" "risulta non accessorio ma essenziale". Alla fine del saggio si offrono ai lettori tre importanti documenti relativi alle poetiche su storia e romanzo; si tratta di tre lettere, la prima di Belisario Bulgarini a Tommaso Stigliani, la seconda di Juan Antonio de Vera a Giovan Battista Manzini, la terza di Jean-Louis Guez de Balzac a Jean Chapelain.
Narrazione e storia nella riflessione dei romanzieri secenteschi
CARMINATI, Clizia
2007-01-01
Abstract
Nel saggio, al fine di offrire nateriali per un possibile confronto tra la situazione secentesca e quella ottocentesca, sino al Romanzo storico di Manzoni, si fa il punto su questioni rilevanti come la diffusione delle opere di Jean-Pierre Camus in Italia, attraverso traduzioni corredate di prefazioni di notevole interesse teorico, importanti per le poetiche del romanzo 'sacro' italiano inaugurato da Manzini. Vi si ricostruisce inoltre la discussione teorica sui rapporti tra romanzo e storia (classica, mitologica ma in particolare biblica) fra i letterati della accademia veneziana degli Incogniti, con interventi, fra gli altri, di Ferrante Pallavicino, di Giovan Francesco Loredan, di Luigi Manzini, Tomaso Tomasi. Anche per i letterati e i romanzieri fu importante la ricezione del trattato Dell'arte istorica: "negli anni intorno al 1636, e giù giù sino almeno agli anni '40 inoltrati, e cioè nel periodo che vide la più numerosa fioritura di "storie meditate", le prefazioni si affollano di riferimenti alle righe di Mascardi, senza che egli sia mai apertamente nominato". "La precisa scelta di privilegiare testi meno o per nulla noti" spinge la studiosa all'analisi di prefazioni sconosciute, ancorchè assai significative, ove "il misto di storia e d'invenzione" "risulta non accessorio ma essenziale". Alla fine del saggio si offrono ai lettori tre importanti documenti relativi alle poetiche su storia e romanzo; si tratta di tre lettere, la prima di Belisario Bulgarini a Tommaso Stigliani, la seconda di Juan Antonio de Vera a Giovan Battista Manzini, la terza di Jean-Louis Guez de Balzac a Jean Chapelain.File | Dimensione del file | Formato | |
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