Come in parte evidenziato da Bergson e in maniera diversa da Heidegger, il tempo già dalla fisica greca, inteso come numero del movimento all’interno della teoria delle grandezze omogenee, fino ad alcune caratterizzazioni delle teorie relativistiche è stato ridotto, sul modello dello spazio e attraverso la sua misura in termini spaziali, ad estensione. Nella meccanica newtoniana il tempo è stato altresì connotato come assoluto e vuoto, omogeneo e reversibile-isotropo all’interno di una dinamica ridotta ad una statica dell’istante. Tuttavia, nella storia della fisica si è sviluppata anche un’altra tendenza contrapposta a quella newtoniana e legata a Leibniz: il tempo, correlato ai fenomeni fisici, è stato inteso come relazione e costitutivo di monadi con memoria, soggetti di una dinamica “storico-ereditaria”. Questa corrente di pensiero, celata dalle ricostruzioni razionali della fisica, è stata ripresa da Boltzmann e da Volterra, ed è legata alle stesse basi della relatività. Ed è in effetti attraverso una riconsiderazione della relatività, della fisica dei quanti e del caos, che il concetto di tempo si può sganciare dal paradigma “estensionale”, e correlare in maniera precisa ad una concezione profonda dell’evento e all’indeterminazione e alle molteplicità eterogenee di Bergson.
(2015). Il tempo della Physis [conference presentation - intervento a convegno]. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/57624
Il tempo della Physis
GIANNETTO, Enrico
2015-01-01
Abstract
Come in parte evidenziato da Bergson e in maniera diversa da Heidegger, il tempo già dalla fisica greca, inteso come numero del movimento all’interno della teoria delle grandezze omogenee, fino ad alcune caratterizzazioni delle teorie relativistiche è stato ridotto, sul modello dello spazio e attraverso la sua misura in termini spaziali, ad estensione. Nella meccanica newtoniana il tempo è stato altresì connotato come assoluto e vuoto, omogeneo e reversibile-isotropo all’interno di una dinamica ridotta ad una statica dell’istante. Tuttavia, nella storia della fisica si è sviluppata anche un’altra tendenza contrapposta a quella newtoniana e legata a Leibniz: il tempo, correlato ai fenomeni fisici, è stato inteso come relazione e costitutivo di monadi con memoria, soggetti di una dinamica “storico-ereditaria”. Questa corrente di pensiero, celata dalle ricostruzioni razionali della fisica, è stata ripresa da Boltzmann e da Volterra, ed è legata alle stesse basi della relatività. Ed è in effetti attraverso una riconsiderazione della relatività, della fisica dei quanti e del caos, che il concetto di tempo si può sganciare dal paradigma “estensionale”, e correlare in maniera precisa ad una concezione profonda dell’evento e all’indeterminazione e alle molteplicità eterogenee di Bergson.File | Dimensione del file | Formato | |
---|---|---|---|
Giannetto, Il tempo della Physis.pdf
Solo gestori di archivio
Descrizione: file pre-stampa
Versione:
postprint - versione referata/accettata senza referaggio
Licenza:
Licenza default Aisberg
Dimensione del file
284.74 kB
Formato
Adobe PDF
|
284.74 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
Pubblicazioni consigliate
Aisberg ©2008 Servizi bibliotecari, Università degli studi di Bergamo | Terms of use/Condizioni di utilizzo