Politiche commerciali ed integrazione economica: dall’Accordo Multifibre agli Accordi di Associazione

The present work analyses the pattern of trade relations between the European Union and the Central and Eastern countries which have signed the “Europe Agreements” - i.e. Bulgaria, Czech and Slovak Republics, Hungary, Poland and Romania -in the textile and clothing sector (T&C). This sector has been recently affected by considerable changes in trade policy both at regional and international level. The aim of the paper is to evaluate whether the on-going liberalisation has really contributed to increasing economic integration between the two regions, as agreed in the Europe Agreements. To achieve the goal, both the degree of restrictiveness of trade policy -through a detailed study of quotas and of their effective growth rates for all categories of products subject to quantitative restrictions - and the export flows from the CEECs to the European market have been analysed. The empirical analysis has shown how bilateral agreements signed under the MFA at the end of ‘80s have been deeply af¬fected by CEECs’ transformation process. The EU, on the one hand, has progressively reduced the number of categories subject to restrictions and, on the other hand, it has increased the ceiling of those still in force. Consequently, in T&C the importance of restrict exports on total exports towards the EU has reduced as well as the weight of trade in binding categories. These trends, together with low quota utilisation rates, are common to both direct trade and OPT. However, CEECs share on total EU imports is stable over the period (1988-93) in direct trade, but it considerably increases in OPT regime. This suggests the existence of production and/or competitive problems for CEECs, that up to now did not allow them to profit from better market access conditions to European markets.

Il presente lavoro analizza l’evoluzione commerciale tra l’UE ed i paesi firmatari degli Accordi Europei (PECO) — Bulgaria, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Polonia, Romania e Ungheria — nel settore del tessile e abbigliamento, interessato, negli anni più recenti, da notevoli cambiamenti nella condotta della politica commerciale a livello sia regionale sia internazionale. L’obiettivo è valutare se la liberalizzazione in corso sia effettivamente accompagnata da una maggiore integrazione commerciale tra i due blocchi, come auspicato dagli Accordi Europei. A tale proposito, sono state analizzate sia la restrittivitò “formale” della politica, attraverso un’esamina dettagliata delle quote e dei loro tassi effettivi di crescita per tutte le categorie di prodotti soggetti a restrizione, sia l’andamento dei flussi di esportazione dai PECO verso l’UE. L’analisi empirica ha evidenziato come gli accordi bilaterali siglati in ambito AMF alla fine degli anni ‘80 siano stati profondamente interessati dal processo di trasformazione in atto nei PECO. Ciò è testimoniato dal fatto che l’UE ha progressivamente ridotto il numero delle categorie soggette a restrizione, ampliando i limiti di quelle rimaste in vigore. Di conseguenza, si è ridotta sia l’importanza del commercio ristretto sul totale delle importazioni nell’UE sia il peso del commercio nelle categorie binding. Questo andamento, accompagnato in generale da bassi tassi di utilizzo delle quote, è comune al regime diretto e al TPP, ma, mentre la quota dei PECO sul totale delle importazioni dirette dell’UE rimane stabile nel periodo di tempo considerato (1988-1993), quella sui traffici di perfezionamento aumenta sensibilmente. I dati sembrano quindi suggerire l’esistenza di problemi di capacità produttiva e/o competitiva da parte dei PECO, problemi che non hanno permesso loro, almeno fino ad ora, di approfittare delle migliorate condizioni di accesso al mercato comunitario.