It is well-known how hard it is to account for the diachronic development of the Germanic vowel endings. How can we, for instance, explain the phonetic gap between Protn. swestar and its ON. offshoot systir ‘sister’? Is this case analogous to that of Protn. (fara)uisa, corresponding to ON. vísi ‘the wise one’? What kind of Protn. unstressed final -a(-) is likely to develop into an ON. unstressed final -i(-) and what is the Protogermanic starting point? In this brief paper I will account for such language-historical problems in a new way, positing them in certain phonological environments Protgerm. */ē/ in final syllables gave rise to Protn. */ā/, which later underwent shortening to */a/ and then weakening to */@/, before the Viking age. Afterwards, in most of the Old Scandinavian dialects of the Viking age, this vowel fell into the range of the phoneme /i/ or /e/ in final syllable, as it still does in classical ON. after the Viking age.

E’ ben nota la difficoltà di ripercorrere diacronicamente lo sviluppo delle vocali desinenziali germaniche. Com’è possibile spiegare, per esempio, la distanza fonetica che intercorre tra la forma protn. swestar e la sua successiva attestazione an. systir ‘sorella’? Dobbiamo considerare questo caso analogo a quello della supposta corrispondenza tra la vocale desinenziale di protn. (fara)uisa e an. vísi ‘il saggio’? Quale genere di protn. -a(-) finale atona può dare esito in an. -i(-) e qual è lo stadio germanico comune di partenza? In questo articolo si dà una nuova risposta a tali problemi storico-linguistici, ipotizzando che, in determinate circostanze fonologiche, germ. */ē/ in sillaba finale si sviluppò in protn. */ā/, la quale successivamente si abbreviò ad */a/ e poi s’indebolì verso */@/, prima dell’epoca vichinga. In seguito, nella maggior parte dei dialetti scandinavi, la vocale indistinta cadde nell’orbita dei fonemi /i/ o /e/, in posizione finale atona, come si può ancora osservare nella lingua norrena all’indomani dell’epoca vichinga.

(2002). Riflessioni sullo sviluppo scandinavo di germ. /e/ in sillaba finale [journal article - articolo]. In LINGUISTICA E FILOLOGIA. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/258

Riflessioni sullo sviluppo scandinavo di germ. /e/ in sillaba finale

2002-01-01

Abstract

It is well-known how hard it is to account for the diachronic development of the Germanic vowel endings. How can we, for instance, explain the phonetic gap between Protn. swestar and its ON. offshoot systir ‘sister’? Is this case analogous to that of Protn. (fara)uisa, corresponding to ON. vísi ‘the wise one’? What kind of Protn. unstressed final -a(-) is likely to develop into an ON. unstressed final -i(-) and what is the Protogermanic starting point? In this brief paper I will account for such language-historical problems in a new way, positing them in certain phonological environments Protgerm. */ē/ in final syllables gave rise to Protn. */ā/, which later underwent shortening to */a/ and then weakening to */@/, before the Viking age. Afterwards, in most of the Old Scandinavian dialects of the Viking age, this vowel fell into the range of the phoneme /i/ or /e/ in final syllable, as it still does in classical ON. after the Viking age.
articolo
2002
E’ ben nota la difficoltà di ripercorrere diacronicamente lo sviluppo delle vocali desinenziali germaniche. Com’è possibile spiegare, per esempio, la distanza fonetica che intercorre tra la forma protn. swestar e la sua successiva attestazione an. systir ‘sorella’? Dobbiamo considerare questo caso analogo a quello della supposta corrispondenza tra la vocale desinenziale di protn. (fara)uisa e an. vísi ‘il saggio’? Quale genere di protn. -a(-) finale atona può dare esito in an. -i(-) e qual è lo stadio germanico comune di partenza? In questo articolo si dà una nuova risposta a tali problemi storico-linguistici, ipotizzando che, in determinate circostanze fonologiche, germ. */ē/ in sillaba finale si sviluppò in protn. */ā/, la quale successivamente si abbreviò ad */a/ e poi s’indebolì verso */@/, prima dell’epoca vichinga. In seguito, nella maggior parte dei dialetti scandinavi, la vocale indistinta cadde nell’orbita dei fonemi /i/ o /e/, in posizione finale atona, come si può ancora osservare nella lingua norrena all’indomani dell’epoca vichinga.
Panieri, Luca
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