Il percorso di riflessione intorno al linguaggio discriminatorio del presente saggio si articola in due parti: la prima è dedicata all’etica intesa come comportamento dell’uomo nei suoi risvolti morali, tra cui rientra il rispetto del prossimo e pertanto anche una scrittura che sia inclusiva; la seconda è incentrata sull’etimologia, cruciale e ineludibile per risalire alle radici delle parole e individuare il punto di rottura ossia dove queste ultime si snaturano, da “neutre” diventano “orientate” e quindi, nel nostro caso, oggetto di critiche di mascolinizzazione. Due poli apparentemente lontani ma che in realtà convergono: da un lato, infatti, si tratta di considerare gli interventi volti a favorire la scrittura inclusiva come insieme di azioni a valle di un movimento più ampio che vede, a monte, il comportamento umano nel suo complesso. Il lessico che usiamo incide sui comportamenti, o sono piuttosto i comportamenti che determinano il lessico che utilizziamo? Forse nessuna opzione prevale sull’altra, di certo si alimentano a vicenda. In ogni caso, riteniamo che un progetto di grande respiro quale Empowering Multilingual Inclusive Communication, debba necessariamente inserirsi a sua volta in uno spazio più vasto, di cui costituisce la punta dell’iceberg. Se è indubbia la necessità di intervenire ex post sulla lingua, crediamo che sia di primaria importanza agire ex ante sui comportamenti umani e relazionali. Dall’altro lato, si tratta di non procedere a una facile epurazione, ignorando così le radici etimologiche, come cercheremo di illustrare con l’analisi della locuzione latina “bonus pater familias”, espunta dal diritto francese e sostituita, a seconda dei contesti giuridici, dall’aggettivo “raisonnable” e dall’avverbio "raisonnablement”. Il tutto in nome della lotta agli stereotipi di genere e della neutralizzazione del linguaggio, quest’ultimo tacciato nello specifico di patriarcalismo e pertanto di palese discriminazione nei confronti delle donne (Rivais, 2014).

(2025). Il linguaggio discriminatorio tra etica ed etimologia . Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/304445

Il linguaggio discriminatorio tra etica ed etimologia

Maldussi, Danio
2025-01-01

Abstract

Il percorso di riflessione intorno al linguaggio discriminatorio del presente saggio si articola in due parti: la prima è dedicata all’etica intesa come comportamento dell’uomo nei suoi risvolti morali, tra cui rientra il rispetto del prossimo e pertanto anche una scrittura che sia inclusiva; la seconda è incentrata sull’etimologia, cruciale e ineludibile per risalire alle radici delle parole e individuare il punto di rottura ossia dove queste ultime si snaturano, da “neutre” diventano “orientate” e quindi, nel nostro caso, oggetto di critiche di mascolinizzazione. Due poli apparentemente lontani ma che in realtà convergono: da un lato, infatti, si tratta di considerare gli interventi volti a favorire la scrittura inclusiva come insieme di azioni a valle di un movimento più ampio che vede, a monte, il comportamento umano nel suo complesso. Il lessico che usiamo incide sui comportamenti, o sono piuttosto i comportamenti che determinano il lessico che utilizziamo? Forse nessuna opzione prevale sull’altra, di certo si alimentano a vicenda. In ogni caso, riteniamo che un progetto di grande respiro quale Empowering Multilingual Inclusive Communication, debba necessariamente inserirsi a sua volta in uno spazio più vasto, di cui costituisce la punta dell’iceberg. Se è indubbia la necessità di intervenire ex post sulla lingua, crediamo che sia di primaria importanza agire ex ante sui comportamenti umani e relazionali. Dall’altro lato, si tratta di non procedere a una facile epurazione, ignorando così le radici etimologiche, come cercheremo di illustrare con l’analisi della locuzione latina “bonus pater familias”, espunta dal diritto francese e sostituita, a seconda dei contesti giuridici, dall’aggettivo “raisonnable” e dall’avverbio "raisonnablement”. Il tutto in nome della lotta agli stereotipi di genere e della neutralizzazione del linguaggio, quest’ultimo tacciato nello specifico di patriarcalismo e pertanto di palese discriminazione nei confronti delle donne (Rivais, 2014).
2025
Maldussi, Danio
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