L’enogastronomia riveste oggi un ruolo sempre più centrale nell’esperienza di viaggio. Studi e ricerche di mercato condotte a livello globale ed europeo concordano nell’annoverarla fra le principali tendenze del settore turistico (Accor, 2024; Booking.com, 2024; Expedia, 2024; Ibis e Globetrender, 2024). Guardando ai numeri, le proposte legate al cibo e al vino sono fra le più richieste nel Vecchio Continente. Nella scorsa stagione invernale (ottobre 2024 – marzo 2025), il 15,3% dei cittadini europei le ha indicate come attività da svolgere nel corso dei viaggi, precedute dalle sole esperienze legate alla natura e al paesaggio (16,6%) (European Travel Commission, 2024a). Si tratta di un bacino di mercato ampio, stimato in circa 20,6 milioni di persone, con numeri stabili rispetto all’anno precedente. Allargando lo sguardo ai turisti d’oltreoceano, il 78% ha dichiarato l’intenzione di svolgere esperienze a tema enogastronomico nel corso dei viaggi invernali in Europa, un valore secondo solo alle attività culturali. Questa propensione è alta soprattutto nei viaggiatori di Giappone, Corea del Sud, Cina e Brasile (European Travel Commission, 2024b). L’Italia può trarre beneficio da questo contesto positivo, facendo leva sulle sue eccellenze. Insieme alla moda e al turismo, l’enogastronomia vanta una forte riconoscibilità a livello internazionale (Ipsos, 2021). Questo patrimonio si caratterizza, inoltre, per la ricchezza, capillarità, qualità e valore culturale, portando il Belpaese ad essere annoverato tra le mete enogastronomiche principali da parte dei turisti stranieri ed italiani (Inspektour, 2021; Garibaldi, 2024). L’impatto è significato: nel 2023 il turismo enogastronomico ha contribuito per oltre 40 miliardi di euro all’economia italiana (di cui 9,2 diretti, 17,2 indiretti e 13,7 di indotto), con un rapporto benefici/costi pari a 6,9 (Garibaldi, 2024). Pur a fronte di queste evidenze positive, la capacità attrattiva dell’Italia è ancora in parte inespressa. Ciò vale soprattutto per il Mezzogiorno: oltre a vantare produzioni agroalimentari e vitivinicole e specialità culinarie riconosciute, soprattutto nell’immaginario degli italiani (Garibaldi, 2023), ha tre regioni tra le prime cinque nella classifica delle mete enogastronomiche dei viaggi passati e futuri dei viaggiatori del Belpaese (Puglia, Sicilia e Campania). Per identificare le leve su cui agire per esplodere la capacità dell’enogastronomia nel turismo è essenziale comprendere come il turismo enogastronomico si sta evolvendo.

(2025). Il turismo enogastronomico in Italia: principali evidenze e azioni per lo sviluppo . Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/308207

Il turismo enogastronomico in Italia: principali evidenze e azioni per lo sviluppo

Garibaldi, Roberta
2025-01-01

Abstract

L’enogastronomia riveste oggi un ruolo sempre più centrale nell’esperienza di viaggio. Studi e ricerche di mercato condotte a livello globale ed europeo concordano nell’annoverarla fra le principali tendenze del settore turistico (Accor, 2024; Booking.com, 2024; Expedia, 2024; Ibis e Globetrender, 2024). Guardando ai numeri, le proposte legate al cibo e al vino sono fra le più richieste nel Vecchio Continente. Nella scorsa stagione invernale (ottobre 2024 – marzo 2025), il 15,3% dei cittadini europei le ha indicate come attività da svolgere nel corso dei viaggi, precedute dalle sole esperienze legate alla natura e al paesaggio (16,6%) (European Travel Commission, 2024a). Si tratta di un bacino di mercato ampio, stimato in circa 20,6 milioni di persone, con numeri stabili rispetto all’anno precedente. Allargando lo sguardo ai turisti d’oltreoceano, il 78% ha dichiarato l’intenzione di svolgere esperienze a tema enogastronomico nel corso dei viaggi invernali in Europa, un valore secondo solo alle attività culturali. Questa propensione è alta soprattutto nei viaggiatori di Giappone, Corea del Sud, Cina e Brasile (European Travel Commission, 2024b). L’Italia può trarre beneficio da questo contesto positivo, facendo leva sulle sue eccellenze. Insieme alla moda e al turismo, l’enogastronomia vanta una forte riconoscibilità a livello internazionale (Ipsos, 2021). Questo patrimonio si caratterizza, inoltre, per la ricchezza, capillarità, qualità e valore culturale, portando il Belpaese ad essere annoverato tra le mete enogastronomiche principali da parte dei turisti stranieri ed italiani (Inspektour, 2021; Garibaldi, 2024). L’impatto è significato: nel 2023 il turismo enogastronomico ha contribuito per oltre 40 miliardi di euro all’economia italiana (di cui 9,2 diretti, 17,2 indiretti e 13,7 di indotto), con un rapporto benefici/costi pari a 6,9 (Garibaldi, 2024). Pur a fronte di queste evidenze positive, la capacità attrattiva dell’Italia è ancora in parte inespressa. Ciò vale soprattutto per il Mezzogiorno: oltre a vantare produzioni agroalimentari e vitivinicole e specialità culinarie riconosciute, soprattutto nell’immaginario degli italiani (Garibaldi, 2023), ha tre regioni tra le prime cinque nella classifica delle mete enogastronomiche dei viaggi passati e futuri dei viaggiatori del Belpaese (Puglia, Sicilia e Campania). Per identificare le leve su cui agire per esplodere la capacità dell’enogastronomia nel turismo è essenziale comprendere come il turismo enogastronomico si sta evolvendo.
2025
Garibaldi, Roberta
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